Ricordare Luigi, per noi che abbiamo vissuto la scuola con lui, significa ritornare a un mondo quasi ideale. Gli anni in cui è stato Preside al Liceo sono stati caratterizzati in modo indelebile dalla sua impronta. Il segno primo e più marcato che ha lasciato nella gestione della scuola e nei rapporti con noi tutti è stato quello dell’intelligenza che lo guidava negli intenti e nelle scelte a lungo termine, così come nelle decisioni relative all’agire di ogni giorno. Al primo posto era, per lui, la missione educativa, da attuarsi col contributo di noi docenti, attraverso un lavoro costante di programmazione e di équipe. Aveva introdotto nella scuola un principio di gestione tipico dell’industria di cui aveva fatto esperienza, quello del profitto, e il profitto era quello culturale dei ragazzi che ci erano affidati, a cui l’intera attività scolastica doveva mirare. Ma anche all’ambiente di lavoro aveva riservato la sua attenzione, perché in locali idonei fosse per noi docenti più confortevole l’azione didattica. Era esigente, determinato, anche duro con chi sbagliava. Lavorargli a fianco, però, per molti di noi era facile, perché, nonostante la superiorità intellettuale e il ruolo, accettava il confronto e non imponeva la sua volontà, se non quando avvertiva nella persona che aveva di fronte un venir meno al compito educativo. Allora dava spazio alla sua impetuosità e qualche insegnante non l’avrà dimenticato. Ma, per tornare al segno che ha lasciato in noi colleghi, crediamo che le parole che più possono cogliere la sua mente e il suo animo siano quelle della libertà di pensiero a cui ha improntato l’attività di docente e di uomo. Per alcuni di noi è stato anche un grande amico. Ci ha dato molto. Non lo dimenticheremo.
Il Liceo Giordano Bruno